Tutti concordiamo sul fatto che con la parola "democrazia" si vuole indicare una delle possibili forme di organizzazione della vita sociale.
Tutti concordiamo, altresì, sul suo significato letterale: “potere del popolo”. Quando però se ne vuole definire l’essenza si manifestano delle differenze.
A me piace ricordare che uno dei più grandi studiosi del concetto di democrazia, che è stato indubbiamente Norberto Bobbio, soleva dire che il sinonimo più antico di democrazia è isonomia che significa, letteralmente, “eguaglianza di legge”.
Si tratta della eguaglianza che deve essere garantita nella partecipazione alle discussioni ed alle decisioni che interessano una data collettività; cioè del potere di partecipare e di pesare tutti nella stessa maniera nel processo di discussione e di deliberazione delle decisioni collettive.
Se quanto abbiamo appena detto è vero, la naturale conclusione è che quanta più gente riusciamo a far partecipare ai processi di formazione delle decisioni collettive tanto più siamo democratici; quanti più istituti di partecipazione popolare riusciamo a prevedere e ad attivare tanto più siamo democratici.
Questo Forum che coinvolge tante associazioni è sicuramente uno dei momenti di partecipazione democratica e, come ha proposto Beatrice Gianturco, sarebbe bene istituzionalizzarlo inserendolo tra gli argomenti della riforma dello Statuto Comunale e tra gli istituti di partecipazione dallo stesso previsti.
Ma, se per democrazia dobbiamo intendere “quella forma di organizzazione politica, quella forma di convivenza (o, in senso classico, quella forma di governo) in cui tutti i destinatari delle decisioni collettive hanno egual diritto-potere di partecipare alla formazione delle decisioni collettive medesime”(1), vediamo sommariamente quali istituti ha previsto lo Statuto del Comune di Avigliano per favorire la partecipazione.
E’ opportuno che faccia preliminarmente rilevare la collocazione materiale nello Statuto degli articoli riguardanti gli istituti di partecipazione. Questi sono inseriti appena dopo i primi quattro articoli sulle “Disposizioni Generali” e ciò, per chi ha elaborato ed approvato lo Statuto, non è stato un fatto casuale, ma un segnale politico di chiara e facile lettura: il Comune di Avigliano, nella “carta fondamentale della comunità aviglianese”, ha messo al primo posto la partecipazione popolare.
Gli istituti di partecipazione sono disciplinati dagli articoli dal 5 al 13 dello Statuto. In questi articoli sono previste le forme più varie di partecipazione: dalla valorizzazione del ruolo delle associazioni con l’istituzione dell’Albo delle forme associative, alla istituzione di Consulte permanenti (artt. 5 e 6 dello Statuto); dalla promozione del Comitato delle frazioni decentrate,“in considerazione della peculiare distribuzione della popolazione sul territorio” (art. 7 dello Statuto), alla previsione del referendum consultivo (art. 11 dello Statuto); dalla consultazione dei cittadini, anche su singole materie, alla previsione del Difensore Civico (artt. 12 e 13 dello Statuto).
E’ necessario tener presente che la maggior parte dei predetti istituti per poter funzionare ha ancora oggi bisogno della emanazione di un Regolamento; come è altresì necessario tener presente che le intervenute modifiche della legislazione nazionale consentono la possibilità di prevedere ulteriori e più incisivi istituti di partecipazione popolare.
Uno degli istituti che si potrebbe oggi inserire nello Statuto è sicuramente il Referendum abrogativo; tale Referendum si sarebbe potuto utilizzare, ad esempio, ieri, su argomenti come l’installazione delle pale eoliche e la realizzazione dei parcheggi, oggi, sul progetto di ampliamento del cimitero di Avigliano centro.
Ma, sull’argomento referendum, ci si potrebbe sbizzarrire a prevedere oltre a quello abrogativo anche quello propositivo e quello abrogativo-propositivo.
Poiché ritengo che l’unico antidoto capace di arginare lo strapotere dei partiti sia proprio la partecipazione dei cittadini, nella Associazione Franco Venturi, di cui mi onoro di far parte, in vista della riforma dello Statuto Comunale abbiamo iniziato a discutere della introduzione di ulteriori strumenti di partecipazione diretta dei cittadini.
Tra quelli che abbiamo individuato segnalo le elezioni primarie: si tratterebbe cioè di introdurre nello Statuto una normativa per promuovere l’adesione dei partiti o delle coalizioni di partiti alla designazione dei candidati attraverso le elezioni primarie. Sono esperienze già fatte positivamente in altri Comuni, come ad esempio quello di Peccioli in provincia di Pisa.
(1) Così Michelangelo Bovero, allievo di Bobbio, in “Il concetto di democrazia. Per una ridefinizione radicale”, Il Ponte, febbraio 2003.
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