domenica 25 novembre 2007

Quattro chiacchiere con il vincitore del Premio "Azzarà" 2007

L'Associazione incontra Vito Summa, assessore al Bilancio della Provincia di Potenza, vincitore della VII edizione del Premio "Carmelo Azzarà" (che individua i più meritevoli amministratori lucani under 40), cogliendo l'occasione per porgli qualche domanda su economia, partecipazione popolare, Partito Democratico e "questioni aviglianesi".



Il Premio gli verrà consegnato nel corso di una cerimonia che si terrà a Potenza, lunedì 26 novembre alle ore 17,30 presso la Sala Inguscio della Regione Basilicata.
(continua a leggere l'articolo...)

Proposte per il Regolamento Urbanistico di Avigliano

Dato il carattere "regolamentare" del RU, così come definito dalla normativa regionale, occorre che in tale sede ci si soffermi prioritariamente sul tessuto edilizio esistente. Ciò comporta una serie di problematiche che, vista la conformazione del territorio aviglianese, vanno affrontate tenendo conto delle specificità dei singoli nuclei urbani e/o rurali. Questo presuppone un'analisi accurata dell'esistente (condizione imprescindibile) per avanzare qualsiasi proposta di intervento.
Gli spunti di riflessione che seguono valgono per l'intero territorio comunale, pur tenendo conto delle specificità dei singoli nuclei.

1. Recupero del patrimonio edilizio esistente
Occorre una dettagliata ricognizione del patrimonio edilizio esistente non utilizzato e/o non utilizzabile, al fine di prevedere interventi finalizzati al recupero di alloggi e/o servizi.
Questo aspetto riguarda principalmente Avigliano e Lagopesole, anche se con problematiche diverse: per Avigliano si tratta di aggiornare i Piani di Recupero ormai datati e offrire un'alternativa valida alla ricerca di aree edificabili in un ambito territoriale molto ristretto.
Per Lagopesole, invece, occorre stabilire regole chiare di intervento che tengano conto del vincolo posto sull'intera area "castellana".

2. Regimi d'Uso e Regimi di Intervento
Per tutti gli ambiti identificati occorre, necessariamente, stabilire i Regimi d'Uso e i Regimi di Intervento con esso compatibili. Questo al fine di ridurre al minimo le interpretazioni discrezionali che potrebbero instaurarsi e nello stesso tempo favorire interventi edilizi diretti anche sfruttando strumenti ormai consolidati (DIA).

3. Distretti Urbani
Per procedere alla definizione di aree interessate dalla perequazione e conseguente cessione di volumetria per la realizzazione di opere pubbliche e/o edilizia sociale, bisogna delimitare in maniera precisa i Distretti Urbani di Perequazione e stabilire relative norme attuative dettagliate.

4. Spazi pubblici
Dall'analisi minuziosa degli standard, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, emergerà senz'altro una carenza di spazi pubblici di aggregazione. A tal proposito si potrebbero utilizzare spazi urbani non edificati o aree marginali a diretto contatto con gli ambiti urbani.

5. Viabilità e parcheggi
Un deficit evidente riguarda sicuramente il problema della mobilità. Al di là di proposte, più o meno valide, che interessano i collegamenti tra il territorio di Avigliano e i centri limitrofi (argomento da affrontare compiutamente in sede di elaborazione del Piano Strutturale) occorre concentrarsi sulle questioni riguardanti la viabilità di servizio.
Il problema riguarda principalmente il centro di Avigliano, tenuto conto anche delle dimensioni e delle caratteristiche morfologiche dell'abitato: non essendo più pensabile rinviare tale emergenza, occorrerà trovare una soluzione idonea, fattibile e che preveda tempi certi di realizzazione; bisognerà, quindi, individuare un percorso alternativo ai flussi attuali e che interessi principalmente l'attuale perimetro edificato, lasciando da parte ipotesi legate a future aree di espansione.
Contestualmente occorrerà individuare aree da destinare a parcheggi, soprattutto tenendo conto di ambiti di influenza e di dislocazione di servizi.

6. Aree di ricucitura
Individuazione e riqualificazione di aree marginali agli ambiti urbani (ambito periurbano) anche a scopo edificatorio, per consentire una ricucitura dello spazio urbano e nello stesso tempo favorire l'eventuale allocazione di servizi utili alla collettività.

7. Ambito extraurbano
Definizione dei Regimi Urbanistici (d'Uso e di Intervento) nelle aree agricole, tenendo conto delle indicazioni normative della Regione.
Ricognizione, sull'intero territorio comunale, delle aree a valenza paesaggistica, naturalistica, culturale, ecc.. e relative indicazioni di intervento.

8. Problematiche idrogeologiche
Analisi dettagliata e comparata (sfruttando studi e piani già elaborati) della situazione idrogeologica del territorio al fine di intervenire tenendo conto di tutte le problematiche e, nello stesso tempo, predisporre opere di recupero e consolidamento territoriale con l'obiettivo di ridurre i rischi.

9. Regolamenti allegati
Il Regolamento Edilizio è uno degli allegati obbligatori del RU e deve essere aggiornato alle nuove disposizioni vigenti in materia edilizia. In questa sede si intende sottolineare soprattutto la necessità di intervenire su altri aspetti non certo marginali.
Innanzitutto va elaborata una normativa riguardante gli interventi edilizi (discorso che vale ovviamente anche per le Norme di Attuazione del RU) chiara e dettagliata, che lasci poco spazio alla discrezionalità e alle interpretazioni.
Occorre "allargare" alcune maglie normative per consentire una maggiore libertà progettuale, al fine di migliorare la qualità architettonica (calcolo dei vuoti e dei pieni ai fini della verifica volumetrica, ecc.).
Predisporre, all'interno del RE o in atti separati, normative riguardanti:
1. interventi di edilizia sostenibile (incentivi e modalità di intervento e verifica);
2. pianificazione degli interventi inerenti l'inquinamento luminoso ed elettromagnetico;
3. ecc..........

Questi brevi e sintetici appunti di riflessione, intendono rappresentare il "minimum" di base per la elaborazione di un Regolamento Urbanistico facilmente attuabile e rispondente alle reali esigenze del nostro territorio.
A partire da tali questioni desideriamo aprire un confronto pubblico con l'Amministrazione comunale e con i tecnici incaricati, per addivenire ad una soluzione condivisa.
(continua a leggere l'articolo...)

lunedì 19 novembre 2007

LIBERA e MicroMega sul "Caso Basilicata"

Il Coordinamento Regionale della Basilicata di "LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", in collaborazione con la testata giornalistica MicroMega, organizza un incontro dal titolo "La legalità è il potere dei senza potere" – IL CASO BASILICATA che si terrà venerdì 23 Novembre alle ore 17.30, presso il teatro Don Bosco di Potenza, nel quale sarà presentato il nuovo numero di MicroMega - 6/07, al quale hanno collaborato nomi del calibro di Gherardo Colombo, Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli, Margherita Hack, Furio Colombo, Sabina Guzzanti, Marco Travaglio, Salvatore Borsellino e Luigi De Magistris, oltre a don Marcello Cozzi.



(continua a leggere l'articolo...)

martedì 6 novembre 2007

Regolamento Urbanistico: una lezione di partecipazione. Negata


Nei giorni scorsi il Comune di Matera ha presentato ufficialmente la bozza del proprio Regolamento Urbanistico, rendendone contestualmente disponibili gli elaborati sul proprio sito web (sì, succede che i portali istituzionali possano ANCHE funzionare), al fine di consentire la più vasta partecipazione rispetto alle scelte adottate; é stato, inoltre, istituito uno Sportello dedicato, al fine di favorire la partecipazione dei cittadini.

Il metodo seguito da questa e da altre realtà amministrative - come Potenza e Melfi, ad esempio - è in linea con quanto previsto dalla Legge Urbanistica Regionale (L.R. n. 23/99), che fa dell’urbanistica partecipata uno dei punti qualificanti del processo formativo della nuova pianificazione territoriale.

Purtroppo la realtà aviglianese si distingue nel panorama regionale in maniera del tutto negativa: l’Amministrazione Comunale ha provveduto alla convocazione della Conferenza di Pianificazione senza che i cittadini conoscano i contenuti del Regolamento Urbanistico; non è stata attivata alcuna forma di informazione ufficiale e/o partecipazione pubblica, restringendo il campo informativo ad alcune (e selezionate) forze politiche, bypassando perfino i pareri delle Commissioni tecniche istituzionali preposte a tali compiti.

Ad oggi, al cittadino aviglianese non è dato di conoscere nulla in merito alle scelte di indirizzo che hanno guidato la formazione di tale strumento, né tantomeno la relativa normativa di attuazione.

La nostra Associazione, già da qualche tempo impegnata nell’elaborazione di proposte da formalizzare nelle sedi opportune, richiama l’Amministrazione Comunale a perseguire le strade maestre della partecipazione e della condivisione di quelle scelte considerate strategiche per la nostra comunità, mettendo fine ad un’azione amministrativa del tutto irrispettosa dei più elementari princìpi democratici.
(continua a leggere l'articolo...)

giovedì 18 ottobre 2007

Primarie PD concluse

Ecco i risultati di Avigliano delle primarie per l'elezione delle assemblee costituenti ed i segretari nazionale e regionale del PD:


e quelli complessivi della regione Basilicata con gli eletti alle assemblee costituenti regionale e nazionale del Partito Democratico:




(continua a leggere l'articolo...)

venerdì 12 ottobre 2007

Gérard LUTTE ad Avigliano

domenica 14 Ottobre ore 16,30
sala dell'Oratorio della chiesa di S. Giovanni

Dalle strade del Guatemala:
la solidarietà con i giovani,
le speranze, il movimento, il progetto

incontro con Gèrard Lutte,
Maria Elena e Kenia, rappresentanti del Mo.Jo.Ca


“L’alternativa al progetto di morte della globalizzazione neoliberale, alla morte annunciata dell’umanità e della natura e dell’umano nell’uomo, non può che essere un progetto globale di amicizia fondato sul rispetto di tutte le persone umane, di tutte le culture e di tutti i popoli, e anche della terra, la nostra madre terra umiliata e deturpata dai padroni del mondo. Il movimento delle ragazze e ragazzi di strada in Guatemala, la nostra Rete in Italia, si riconoscono nel vasto movimento mondiale, formato soprattutto da giovani, che si oppone alla barbarie e alle guerre nell’economia neoliberale globalizzata. La storia non è finita, un altro mondo è possibile e lo possiamo costruire dal basso. E questo spetta soprattutto a voi, giovani. Non siete fatti per la mediocrità, per il consumismo, per il carrierismo. A voi giovani di oggi la sfida, di resistere, nuovi partigiani, alla dittatura mondiale del denaro e di inventare un mondo nuovo, un mondo d’amicizia, in unione con le ed i giovani di tutti i popoli della terra.” (G. Lutte)


Gérard Lutte
Ordinario di Psicologia dello Sviluppo all’Università “La Sapienza” di Roma, unisce strettamente l’insegnamento, la ricerca ed il lavoro con giovani che si organizzano per uscire dalla marginalità, nell’intento di costruire una psicologia organica alle loro lotte di liberazione. Ha lavorato con organizzazioni internazionali di giovani, con giovani sandinisti in Nicaragua ed ha fondato, in Guatemala, l’Associazione “Las Quetzalitas”, gruppo di auto-aiuto di ragazze uscite dalla strada ed il “Movimento delle ragazze e ragazzi di strada”. In Italia ed in Belgio, ha inaugurato la “Rete di Amicizia con le ragazze ed i ragazzi di strada del Guatemala”.
(continua a leggere l'articolo...)

venerdì 5 ottobre 2007

Risultati del (mini) sondaggio

Il risultato del mini sondaggio sul "Candidato ideale alla guida del Pd" effettuato su questo blog, con la consapevolezza dell'assoluta esiguità del campione e del relativo grado di attendibilità dello strumento telematico adoperato, suggerisce alcune considerazioni:
- Veltroni sembrerebbe confermarsi come leader ideale senza troppe difficoltà;
- l'outsider Adinolfi parrebbe far presa sui frequentatori telematici più degli altri conosciuti (e mediaticamente esposti) avversari Bindi e Letta;
- il duo Gawronski-Schettini (che non ha ricevuto alcuna preferenza) risulterebbe molto indietro ad Adinolfi come strategia comunicativa.



(continua a leggere l'articolo...)

lunedì 1 ottobre 2007

Manifestazione LIBERA

Pubblichiamo volentieri l'invito alla manifestazione regionale di associazioni, gruppi, movimenti e singoli cittadini promossa dal Coordinamento regionale di Libera, che si terrà a Potenza giovedì prossimo, 4 Ottobre, alle ore 20.00 presso l'Università degli Studi della Basilicata con collegamento televisivo alla trasmissione "Annozero".

(continua a leggere l'articolo...)

giovedì 27 settembre 2007

Partito Democratico: cinque (+3) cose da fare subito

Il Circolo “Franco Venturi” di Avigliano fa proprie le considerazione di Mario Pirani contenute nell’articolo pubblicato su la Repubblica di giovedì 20 settembre 2007 (“Partito democratico, cinque cose da fare subito”), in particolare in ordine al “macchinario selettivo barocco e antidemocratico” del sistema elettorale, il cui “funzionamento è difficilmente comprensibile, di nessuna attrattiva, dissuasivo nei confronti di ogni desiderio di partecipazione”.
“Lo spezzatino delle liste per circoscrizione, (…) la designazione delle candidature ad opera di piccoli gruppi di vertice addetti alla bisogna, il rifiuto di permettere le preferenze, così da controllare e gestire rigidamente l’ordine di ogni lista dei designati (ricalcando l’aborrita – a parole – legge elettorale vigente): questi gli aspetti salienti del marchingegno messo in piedi”.

Pur esprimendo la propria insoddisfazione per il modo con cui si sta costruendo il Partito Democratico, il Circolo “F. Venturi” si augura che il futuro segretario del P.D. (chiunque esso sia) sappia sottrarsi ai pesanti condizionamenti della “casta” e dia agli elettori del centro-sinistra “segni concreti di cambiamento”, sulla falsariga delle cinque cose da fare subito indicate da Pirani:

Punto primo
Un governo snello ed efficiente, di 15 ministri, di cui 7 o 8 donne, e 45 sottosegretari, non di più.

Punto secondo
Un taglio drastico dei privilegi e degli stipendi del pletorico ceto che vive sulla politica: più di mille parlamentari, decine di migliaia di consiglieri regionali, comunali, provinciali, delle comunità montane e quant’altro.

Punto terzo
Un disboscamento delle migliaia e migliaia di società a partecipazione pubblica, degli assessorati inutili, delle sovvenzioni clientelari.

Punto quarto
La fine della lottizzazione delle cariche negli enti pubblici, nelle ASL, nei ministeri.

Punto quinto
L’estromissione dei partiti dalla RAI.


Con riferimento al Comune di Avigliano, si chiede che il P.D. nasca a livello locale in maniera democratica e partecipata senza ricalcare il “porcellum” di Calderoli e si faccia promotore, a livello politico e istituzionale di:

1) Approvazione definitiva del nuovo Statuto comunale entro il primo semestre del 2008;

2) Previsione nelle norme statutarie di un numero massimo di quattro assessori, con la presenza di entrambi i sessi;

3) Previsione nello Statuto delle “primarie” come scelta dei candidati alle lezioni comunali e definizione delle relative procedure.
(continua a leggere l'articolo...)

mercoledì 26 settembre 2007

PD: 5 cose da fare subito

Non prendiamoci in giro. La nascita del Partito Democratico non sta maturando attraverso una "fusione calda", malgrado le speranze suscitate e che erano sembrate coagularsi in due momenti: i congressi di scioglimento di Ds-Margherita e la presentazione della candidatura Veltroni. Dopo quei passaggi ci si attendeva un rilancio che aprisse subito le porte del costituendo partito a forze sociali fin qui mortificate, a intelligenze creative fin qui messe ai margini, a spiriti liberi pronti a impegnarsi.

La delusione è, per contro, palpabile. Il timore che la perigliosa iniziativa sfuggisse di mano alle due nomenclature di riferimento ha prodotto un macchinario selettivo barocco e antidemocratico. Il suo funzionamento è difficilmente comprensibile, di nessuna attrattiva, dissuasivo nei confronti di ogni desiderio di partecipazione. Lo spezzatino delle liste per circoscrizione, la duplicazione delle medesime (più di una per candidato), la designazione delle candidature ad opera di piccoli gruppi di vertice addetti alla bisogna, il rifiuto di permettere le preferenze, così da controllare e gestire rigidamente l'ordine di ogni lista dei designati, (ricalcando l'aborrita - a parole - legge elettorale vigente): questi gli aspetti salienti del marchingegno messo in piedi.

Ben altro sarebbe stato l'effetto se si fosse votato in tutta Italia per i soli candidati alla leadership (Veltroni, Letta, Bindi, ecc.) attraverso un voto cui partecipassero per internet o per suffragio al seggio tutti i militanti e i simpatizzanti che lo volessero (le tecnologie computerizzate di controllo impediscono ormai le duplicazioni), versando una quota e sottoscrivendo un breve impegno di adesione. L'aver inoltre applicato alla Costituente un federalismo spinto, accompagnando all'elezione del segretario nazionale, quella dei leader regionali, oltre ad aver scatenato in ogni capoluogo una lotta personale asperrima, ha tracciato i binari di un partito localistico, prefigurando una federazione di micropotentati, di feudi di signori delle tessere e dei voti, restii a far propri i valori di una politica nazionale e ancor meno europea. Alla partizione ideologica di partenza si assommerà, così, quella regionalistica.

Tutto questo potrebbe forse non incidere più che tanto se i candidati di maggior rilievo e, in primo luogo, Walter Veltroni riuscissero a svincolarsi dai lacci che lo spirito di conservazione dei partiti d'origine hanno loro imposto e che forse hanno accettato con troppa rassegnazione, subendo oggi le leggi del compromesso, per far meglio domani. Sol che questa non è una fase che consenta una lunga marcia per arrivare a medio termine a secernere sapientemente una nuova classe dirigente, capace in un prossimo futuro non meglio definito, di dirigere il nuovo partito dei riformisti, a vocazione maggioritaria, come ha detto Veltroni e, cioè, in grado di governare, scegliendo maggioranze coerenti.

La fase attuale è, per contro, di rapido e rovinoso smottamento del rapporto di fiducia tra la democrazia rappresentativa e masse crescenti di cittadini, molti dei quali o sfiduciati o preda di ogni ventata demagogica e distruttiva. Potremmo attardarci ad analizzarne le cause, capire quali sono state le realizzazioni sottovalutate e gli errori non perdonati del governo Prodi (il maggiore dei quali, a mio avviso, è stato quello di sostenere ad ogni occasione che l'elettorato è destinato a capire domani, forse fra qualche anno, la giustezza delle cose di cui oggi si lamenta). Potremmo, inoltre, elencare le ancor più gravi pecche in cui sono incorsi i partiti (culminate da ultimo in un impeto suicida nell'apertura delle porte del Festival dell'Unità all'appello squadristico di Beppe Grillo per la distruzione di ogni partito presente e futuro, tranne ovviamente il suo).

Qui ed ora urge, però, ben altro che acute disamine politologiche. Urge prendere atto di una situazione, confermata da tutti i sondaggi (vedi quello di Diamanti del 18 us) e descritta su queste colonne da Eugenio Scalfari con uno dei più drammatici pezzi che abbia mai concepito in tutta la sua vita e di cui sottoscrivo ogni parola ("Il popolo cerca il giudizio universale", Repubblica, 16 us). Aggiungo, però, che se oggi "c'è un crescente rifiuto di questa politica, di questi partiti, di questi uomini politici" e se gli appelli di Beppe Grillo danneggiano solo la sinistra e fanno ben contento Berlusconi "che da 15 anni fa politica in nome dell'antipolitica", ebbene questo desolante quadro è il frutto non di una mutazione antropologica che ha reso il popolo di sinistra refrattario ai valori della politica ma della delusione amarissima per il degrado etico, la pochezza, la litigiosità, l'incoerenza, la presunzione, l'arroganza, la proterva occupazione del suolo pubblico di ogni ordine, grado e qualità a cui una parte notevole dei ceti dirigenti dell'arco governativo si è lasciata andare in questi anni, senza incontrare resistenza e denuncia da parte di chi dissentiva tacendo. Questo ha sovente anche cancellato la percezione della differenza, nell'azione pratica e persino nelle parole, tra destra e sinistra.

Eppur tuttavia c'è ancora una possibilità reale di riscossa. Non è affatto detto che almeno la metà degli italiani, che ha votato centro sinistra nelle ultime elezioni politiche e amministrative, sia perduta per sempre o stia passando armi e bagagli nel campo di Berlusconi e Beppe Grillo, uniti sotto spoglie diverse in un unico disegno. C'è un dato nell'ultimo sondaggio Demos-Eurisko, su cui Ilvo Diamanti si sofferma ("Repubblica" 16 settembre), che indica chiaramente uno spazio di ripresa, laddove afferma: "La candidatura di Walter Veltroni ha smosso le acque stagnanti in cui rischiava di affondare il Pd... Insieme a Fini egli appare ancora il leader politico più amato dagli italiani..... L'elettorato potenziale del Pd è molto più ampio di quello attuale. Le stime oggi gli attribuiscono poco più del 26% dei voti ma la quota di coloro che ritengono possibile votarlo è molto più ampia. Intorno al 44%. La componente dei "democratici indecisi" è costituita in larga misura (40%) da elettori incerti "se" e "per chi" votare... sulla soglia che separa speranza e delusione".

Ecco, dunque, il campo dove Veltroni dovrebbe giocare la sua partita. Con rapidità, spregiudicatezza, coraggio.
Affrontando la questione di fondo che lui non ha fin qui eluso ma non ne ha fatto, certo, il centro della sua campagna: la crisi attuale della politica e la necessità urgente di rifondarne il messaggio. Se quello di Beppe Grillo ha raccolto 300.000 adesioni, l'assai meno urlato Decalogo (mi scuso per la citazione) da me proposto il 24 maggio us su questo giornale ne ha raccolte 150.000.

I nostri lettori, ma credo la stragrande maggioranza degli italiani al di fuori della "casta", volevano e vogliono dei segni concreti di cambiamento:
1) Un governo snello ed efficiente, di 15 ministri, di cui 7 o 8 donne e 45 sottosegretari, non di più;
2) Un taglio drastico dei privilegi e degli stipendi del pletorico ceto che vive sulla politica: più di mille parlamentari, diecine di migliaia di consiglieri regionali, comunali, provinciali, delle comunità montane e quant'altro;
3) Un disboscamento delle migliaia e migliaia di società a partecipazione pubblica, degli assessorati inutili, delle sovvenzioni clientelari;
4) La fine della lottizzazione delle cariche negli enti pubblici, nelle Asl, nei ministeri;
5) L'estromissione dei partiti dalla Rai.

Basterebbe questo per rompere il clima di delusione e rassegnazione, recuperando, quanto meno, incerti e indecisi. Veltroni, certo, potrebbe obbiettare che queste cose non dipendono ancora da lui. E' vero, ma è pur possibile, come ha suggerito Piero Fassino all'ultima Festa dell'Unità, vincolare nel corso della prossima Costituente ad alcune decisioni, regole e norme di comportamento tutti i dirigenti e gli esponenti istituzionali del nuovo Partito, raccogliere e rispondere - è sempre Fassino che parla - "all'indignazione nel vedere il merito, la capacità, la fatica dello studio travolti da concorsi truccati, appalti guidati, assunzioni di favore". Veltroni non può e non deve proporsi affatto di scalzare Prodi. Deve, però, convincersi che nella sua campagna per la leadership del nuovo Partito gioca contemporaneamente una partita futura, di cui oggi gli italiani debbono percepire le caratteristiche essenziali e credibili. Per questo deve dire ora che tipo di governo ha in mente. Deve proporre ora un tavolo Stato-Regioni che riporti i governi locali a dimensioni anche di spesa compatibili con la pubblica decenza. Deve dire ora come vuol mettere fine alla lottizzazione.

Ed, infine, dovrebbe anche aggiornare schemi invecchiati di comunicazione. Ad esempio le cose che ha detto e scritto negli ultimi mesi sono ricche di idee e proposte giuste. Avvolte, però, in articoli troppo lunghi, in discorsi troppo alti ancorché accattivanti, redatti con un linguaggio non sempre adatto a tradursi in un messaggio immediato, secco, comprensibile a tutti. Mi dicono abbia aperto un blog. Ne faccia ampio uso e tramite internet entri in contatto, il più possibile, con quanti non può incontrare direttamente. Lasci perdere le defatiganti mediazioni. Non c'è più il tempo. Si rivolga direttamente alla gente. Gli è ancora possibile farsi ascoltare.

Mario Pirani
La Repubblica, 20 settembre 2007

(continua a leggere l'articolo...)